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Ma non fa paura...  

da un'idea di Silvano Antonelli   
di e con Corrado Deri   
assistenza scenotecnica di Mirko Rizzi e Susy Bertaggia   



 

Per non vedere il buio chiudo gli occhi
Marco, 5 anni


Buio, in un cinema di periferia l'ingenuo e confusionario Dado e il piccolo Rufus stanno aspettando l'inizio del film, un film di paura, ma lo spettacolo non vuole cominciare.

 

Dado si mette così a raccontare la storia... Sullo schermo cinematografico appaiono magicamente i disegni delle paure come evocazione, arricchimento e contrappunto alla narrazione che si snoda tra i topoi della paura, da quelli della tradizione popolare a quelli quotidiani. Scaturisce così una sorta di cantilena, di filastrocca dove ad uno spavento se ne lega un altro per contiguità, per analogia, quasi per assonanza.

 

Al termine del racconto, svelata la trama del film, non resta che andarsene... ma si scopre che Rufus è solo un orsacchiotto di peluche, quindi Dado ha raccontato le paure a se stesso e, nel gioco di aver paura, le ha esorcizzate.

 

Ma non fa paura... vuole far emergere il pulsare del sentire emotivo, il continuo passare da paura a divertimento in un gioco di tensione e di risate che coinvolge l'immaginario degli spettatori.

 

Il telo con i graffiti rimane al pubblico come memoria di non aver paura di aver paura.




PER CHI: per i bambini dai 4 agli 8 anni

 


ESIGENZE TECNICHE:
Spazio scenico: m 5 x 5, h m 3
Carico luci: kw 3
Si adatta anche a luoghi non teatrali.

 

 

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